Superfici. La pelle delle opere | 27.10.2019

SUPERFICI. LA PELLE DELLE OPERE


vernice

Domenica 27 ottobre, h 17.00

fino al 07 novembre 2019 | orari gio-ven-sab dalle 17 alle 19
Spazio espositivo Circuiti Dinamici
Via Giovanola, 19-21 Milano

Lettura critica di Sonia Patrizia Catena

Superfici come una pelle, un tessuto e una membrana che trasformano lo spazio interno ed esterno. Interfaccia tra opera e ambiente, fra persone e oggetti, luogo in cui si raccontano matericità e stati d’animo, emozioni e metamorfosi formali e di colore. La superficie dell’opera come una pelle narra sensazioni tattili, tensioni e tridimensionalità. Spesso le superfici coincidono con il gesto e il segno dell’artista, risultando così mezzo espressivo e strumento di comunicazione.

Le opere in mostra non sono semplici immagini piatte e bidimensionali, ma qualcosa di vivo e in continuo fermento, laddove la loro porosità permette di assorbire le trasformazioni dello spazio e del tempo.

Molti gli artisti che hanno lavorato sul tema della pelle: ALAF, Arianna Atanasio, Sara Bianchi, Flavia Canè, Gianmaria Lafranconi, Claudio Lepri, Michele Mariani, Marianna Lodi e Linda Paoli. Una superficie che rivela segni, tracce indelebili della nostra identità, ma racconta – altresì – la matericità di ogni cosa ed elemento del mondo. Pelle come cartografia della nostra esistenza da cui emergono, tra le pieghe e i risvolti, i ricordi e le memorie di un tempo passato. Opere che parlano di una temporalità che modifica l’epidermide corrompendola e alterandone la compattezza, diventando terreno di sperimentazione e di fervore perpetuo, in cui i ritagli e le stratificazioni materiche si leggono come in una trama. Superfici – dunque – che non contengono solamente la nostra carne bensì diventano il mezzo espressivo del sé.

In Giovanna Beneduce, Enrico Bovi, Giorgina Castiglioni, Daniela Gardinazzi, Elisabetta Marzorati, Giuseppe Matrascia e Chantall Passarella, l’assemblaggio e l’accumulo di diversi materiali naturali e artificiali formano un collage dalla struttura e dall’aspetto diversificato. Carte, macchie, pezzi d’automobile, geometrie, pietre, fibre tessili e conchiglie acquisiscono nuove proprietà e identità, si compongono per narrare storie e sensazioni nuove, mettendoci in contatto con geografie emozionali. Gli elementi sono impiegati per evocare viaggi, luoghi vicini e lontani nel tempo, dimensioni spirituali e spazi di libertà.

La matericità come forza tensiva aggettante che suscita sensazioni aptiche le ravvisiamo in Federico Barguino, Maddalena Ferrato, Ornella Ogliari e RAF. Tele plastiche e grumose, quasi a contorcersi in uno spasmo, liberano le emozioni per farle scivolare sui supporti bidimensionali. I gesti vitali della mano dell’artista si rincorrono fra il conscio e l’inconscio svincolandosi da schemi e percorsi razionali per toccarsi e toccarci. Ciò che conta è il lavoro sulla superficie della tela stessa.

Interessanti le diverse modalità tecniche con cui hanno trattato la tematica: Giovanni Dal Cin, Maria Mirani, Simonetta Rossetti, Donatella Sarchini, Paola Zorzi e Alessandra Stumpf. Qui l’attenzione è stata rivolta alla percezione, alla transitorietà, alle apparenze e alle illusioni visive. I soggetti reali si confondono e si mimetizzano. Le superfici si fanno “schermi”per proiettare paesaggi onirici e immagini dalla ingenua parvenza bucolica, i colori pongono in dialogo diversi livelli di profondità e dettano nuove visioni, enfatizzate – altresì – dall’impiego di tecniche digitali che permettono risultati materici dall’effetto pittorico che, come una carezza, quasi ci sfiorano.

Dall’analisi di questi lavori si comprende appieno come l’argomento non possa essere liquidato con leggerezza, la superficie non è “superficiale”, è in questo luogo interstiziale che avvengono le trasformazioni più significative. In fondo se pensiamo alla sua etimologia la parola superficie è formata da super- e facies, ovvero volto, faccia. Ecco allora che si fa strada l’idea di membrana e di interfaccia, un elemento che connette e separa spazi diversi. Si presenta con un suo “spessore” materico e temporale su cui si imprimono tracce relazionali.

SUPERFICI. LA PELLE DELLE OPERE
Curatela | Sonia Patrizia Catena e Lorenzo Argentino
Presentazione e lettura critica | Sonia Patrizia Catena
Allestimento | Lorenzo Argentino
Partners | microbo.net | Circuiti Dinamici Milano

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